mercoledì 20 aprile 2011

Uno sguardo sul novecento

Seminario in cinque incontri tenuto dai professori, Massimo Innocenti (pittura), Angela Sanna( storia dell’arte contemporanea), Angelo Minici ( designer).

E’grazie al desiderio, a una forte necessità e a una semplice visione sul Novecento, come momento carico di avvenimenti sia politici che sociali, che dobbiamo considerare questo periodo come forma riflessiva e allo stesso tempo esempio di come le intuizioni, le situazioni, le storie, le ricerche e una notevole contraddizione, possono aver condizionato tutti quei linguaggi e visioni che hanno dato a questo secolo la possibilità di vivere vere e proprie rivoluzioni. Secolo che ha segnato un cambiamento reale in un tempo breve e che ha fatto del tempo stesso il moltiplicarsi di emozioni e concezioni nell’arte e nella società.
La scelta di fare incontrare tre diverse visioni, una sotto l’aspetto artistico, una più storica e l’altra più tecnica, ha fatto si che tale scelta, in questi tre anni che il seminario ha tenuto le lezioni, portasse un profondo interesse di come un periodo e gli avvenimenti stessi, entrassero in relazione con il tempo attuale e nello stesso momento incominciassero a tracciare riflessioni e comprensioni su come certe connessioni si convergessero verso una più attenta conoscenza del passato, per modificare ciò che il presente e il futuro possono rappresentare.
Questa serie di lezioni, fin dall’inizio, non hanno mai voluto porsi come un resoconto di avvenimenti e neppure di come certe realtà sociali si sono formate, ma ha sempre cercato di trovare quei giusti stimoli e quelle piccole provocazioni che nelle pieghe della storia, della vita e del lavoro dei personaggi , fossero esempio di come una realtà si venisse a confrontare con uno sguardo e una profonda ridefinizione della percezione e del cambiamento.
Mettendo a contatto tali contenuti e nello stesso momento tenendo ben fermo il momento e gli avvenimenti, si sono configurati esempi diversi e in apparenza realtà sconosciute, ma profondamente essenziali per comprendere il perché di certe ribellioni e, grazie alla scoperta e al contatto diretto con emozioni e reazioni, che l’incontro con questo secolo è diventato una successione di speculazioni emotive e allo stesso momento un coerente percorso che si è svolto seguendo la giusta direzione. 

Svolgere questo lavoro è stato emozionante e nello stesso momento singolare, fino al punto di portare esperienze ed impressioni sul piano più vero e essenziale. Togliendo ogni schematismo accademico si è potuto concentrare l’attenzione su valori circostanti, su quelle esigenze che, attraverso la storia e la conoscenza, hanno fatto del passare del tempo il valore stesso del cambiamento e, attraverso circostanze e riflessioni, si è tracciato quel giusto equilibrio di riferimento che ha dato vita a un’attenta considerazione.
E’ stato uno sguardo e perciò anche tutto quanto di più essenziale e di diverso si possa svolgere in un portare a galla le storie che hanno e fanno del novecento un tempo indefinibile, o meglio, talmente calamitante verso quella crisis che ha segnato le cause nascoste ma reali dell’interesse del sentirsi verso quel secolo.
Un secolo di avvenimenti e dunque di cambiamenti, ovvero, è la crisi il movimento profondo dell’operare, crisi come criticità inerente per costruire le azioni e i gesti di uomini e cose che hanno dato l’avvio ad anni diversi e a formulazioni compromesse da concetti che, per la prima volta, si esplicano in relazione, dunque una società effettiva, fino al punto di provocare il cambiamento e nello stesso tempo un ritornare al passato.
Lo svolgere del seminario ha dato vita ad un’autentica curiosità e ad un forte interesse verso tutte quelle manifestazioni del ragionare e del rappresentare che si sono costituite nel novecento, portando un attento grado di interesse verso ogni possibile comprensione, verificandosi quella giusta consapevolezza che ha fatto si che i fatti e le storie raccontate divenissero appuntamenti, quasi autentiche esigenze di vita vissuta, insomma lo svolgere il seminario, con continue interferenze e speculazioni di ogni natura, ha dato vita a quel scompaginamento valutativo dove l’atto creativo si è posto come privilegio e, con la constante riflessione e con attente provocazioni e con l’inserimento di incontri dal vivo di artisti, critici e operatori del sistema dell’arte, si è potuto tracciare, insieme a gli allievi, un vero incontro e contemporaneamente promuovere, bizzarrie, dispetti e fantasie che hanno rovesciato un sistema, ma allo stesso tempo hanno dato un approccio diverso, un modo dove l’analisi critica si è posta in relazione all’esistenza, ed entrambe hanno costituito un flusso fenomenologico che tanto ha intricato la possibile esperienza di ogni allievo.

 Esperienza utile e creativa, vissuta e fatta come se i materiali intellettuali divenissero attrezzi da lavoro, mezzi necessari per creare un percorso, una traccia da scoprire.
Certo, alcune volte basta solo trovare un diverso punto di vista e anche le cose che ci appaiono complesse o lontane possono diventare immagini di poesia.

 Prof. Massimo Innocenti

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